Il parco risuona di musiche e canti. Sono le prove di musicisti e cantanti che si stanno preparando al più grande evento dell’estate in Lituania: il centenario del Festival della Canzone. Dainų Šventė in lituano.
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Il primo si tenne nel 1924 a Kaunas, allora capitale temporanea del Paese. Il concerto di apertura è previsto per sabato 29 giugno. Oltre quattromila artisti. Il solo coro è composto da circa quattrocento persone. Lituani che vivono nel paese Baltico, ma anche tantissimi che vivono all’estero. Una preparazione di mesi per ognuno di loro. È arrivato il momento. Le prove generali, l’emozione di essere parte di un evento unico, l’eccitazione di parlare con coloro che oggi vivono in Paesi diversi ma che si sentono fortemente parte di questo Paese, il caldo che rende l’esibizione una sfida…
“May the Green Forest Grow” il titolo scelto per il centenario. Un richiamo alla natura, così importante e presente nel cuore di tutti i lituani. Le loro canzoni, molte delle quali messe al bando durante l’occupazione Sovietica perché considerate contro il Regime, parlano di natura e amore per la patria. Nella musica, nelle parole traspare un amore che valica i confini.
Lituania, terra di emigrazione sin dai tempi dello zar, quando molti lituani decisero di lasciare la loro terra occupata per cercare una vita migliore: Stati Uniti, Argentina, Venezuela, Australia e molti altri.
Secondo i dati del Ministero degli Esteri 470.000 lituani vivono all’estero. La comunità più numerosa è quella degli USA. La popolazione attuale della Lituania conta 2.800.000 persone.
Oggi la Lituania è un paese moderno, accogliente, ricco di storia e cultura, con buone opportunità di lavoro. Soprattutto per i giovani. Stando alle statistiche ufficiali, negli ultimi dieci anni sono tornati dall’estero ottantamila lituani. Per la prima volta, il numero è maggiore rispetto a quello degli emigrati nello stesso periodo.
Per il centenario il primo concerto si svolge a Kaunas. Un omaggio alla seconda città della Lituania, capitale nella prima indipendenza tra le due guerre mondiali del secolo scorso, che ospitò il primo festival.
La prima settimana di luglio è invece grande festa a Vilnius. Decine di spettacoli, la maggior parte gratuiti per la gioia di tutti, turisti compresi. Circa trentasettemila artisti partecipano all’evento e oltre tredicimila saranno al concerto finale il 6 luglio al Parco Vingis. Data speciale per la Lituania. Il 6 luglio è la Giornata dello Stato e alle 21 in punto (ora locale) tutti i lituani, in qualsiasi parte del mondo si trovino, cantano l’inno nazionale.
Il concerto di apertura
La Valle del Canto è un grande teatro all’aperto costruito più di cinquanta anni fa e da poco restaurato. Si trova a Ąžuolyno parkas, il Parco delle Querce, ottantaquattro ettari di natura dove svettano alberi centenari, austeri e di grande bellezza.
Già dal mattino sul palco si alternano gli artisti per le prove generali. Il coro di circa quattrocento persone è composto da coristi provenienti da tutta la Lituania e dalle comunità residenti all’estero. Cantano tutti assieme i pezzi proposti da vari direttori d’orchestra. Non ho mai visto cosi tante donne tra di loro!
La città è in fibrillazione da giorni per l’evento imminente e la gente ascolta, guarda, si gode il fresco ascoltando le canzoni all’ombra delle querce.
Dal pomeriggio la gente aumenta. Fa molto caldo. A differenza della mattina, ora il palco è in ombra. Un sollievo per coro e musicisti. Il sole batte sul pubblico fino a tarda sera, quando finalmente è nascosto dalle chiome degli alberi. Nessuno si lamenta. Aspettano l’evento e le gradinate si riempiono velocemente. Migliaia di persone, molti giovani e famiglie intere.
Alle 18 il concerto inizia con l’inno nazionale. Tutti, in piedi, cantano assieme al coro. Emozionati. Molti, leggo nei giorni seguenti, hanno parenti e amici che hanno partecipato alle edizioni passate. Ma questa è speciale. È il centenario.
Musica e spettacoli si susseguono con la scenografia che racconta le passate edizioni e la storia della Lituania. Le immagini del passato trasmettono un Paese molto diverso. Ma ieri come oggi il pubblico è parte dello spettacolo: partecipa, canta, si alza in piedi, applaude.
È una grande e bellissima festa per tutti.
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