Abbiamo intervistato Sviatlana Tsikhanouskaya, leader dell’opposizione bielorussa e riconosciuta come Presidente-eletto nelle elezioni svoltesi nel suo Paese nel 2020, il giorno prima che partisse per il vertice NATO svoltosi il 9-11 luglio a Washington negli Stati Uniti.

Nell’intervista abbiamo cercato di fare il punto sulla situazione nel suo Paese e cosa i Paesi Europei stanno facendo per la Bielorussia, quanto è importante una Bielorussia democratica e indipendente nel contesto odierno. Guerra in Ucraina, Lukashenko sempre più succube di Putin, Lukashenko che ospita forze armate cinesi e armi nucleari dispiegate ai confini di paesi NATO: Lituania e Polonia in primis. GUARDA IL VIDEO

Intervista a Sviatlana Tsikhanouskaya

LE PROTESTE

Una lunga battaglia per la libertà iniziata molto prima del 2020 in Bielorussia, quando a seguito di elezioni fraudolente il dittatore Lukashenko si aggiudicò il suo sesto mandato.

Sviatlana Tsikhanouskaya, per quelle elezioni, si assunse la leadership del movimento di opposizione e si presentò come candidata presidente dopo l’arresto del marito: Siarhei Tsikhanousky.

Avrebbe dovuto essere lui il candidato, ma Lukashenko mise fine alla sua corsa presidenziale con l’arresto. Era consapevole che sarebbe stato un avversario pericoloso.

Stando a osservatori indipendenti ed esperti quelle elezioni furono vinte da Sviatlana Tsikhanouskaya, ma Lukashenko e il suo entourage fecero in modo che il risultato fosse a loro favore.

Le proteste di piazza iniziarono a dilagare per tutta la Bielorussia e anche all’estero. Centinaia di migliaia di cittadini di ogni età protestarono in massa come mai accaduto prima. La partecipazione fu massiccia, ma fu anche violenta la repressione della polizia e degli agenti del KGB. Come si chiama ancora l’agenzia di sicurezza e intelligence del paese. Retaggi del periodo Sovietico. Arresti, botte, torture, uccisioni sono la specialità del KGB bielorusso. Degno erede di quello sovietico.

Gli occhi del mondo erano puntati sulla Bielorussia, ma le proteste furono represse. Molti dissidenti furono arrestati, molti riuscirono a fuggire.

Sviatlana Tsikhanouskaya, assieme ai figli, riuscì a chiedere asilo alla Lituania. Da allora vive a Vilnius e ha creato un gabinetto politico di transizione con il quale promuove la causa Bielorussia nel mondo e aiuta la sua gente in esilio. Oltre a proseguire la battaglia contro il regime di Lukashenko.

ESILIO E PRIGIONIERI POLITICI

Dopo le proteste del 2020 l’ondata di repressione del regime si è scatenata contro tutti coloro che non solo protestavano, ma anche solo ostentavano la lingua bielorussa, anzichè quella russa, in pubblico. Secondo le stime dell’ufficio di Tsikhanouskaya dopo il 2020 almeno da cinquecentomila a un milione di persone hanno lasciato il Paese su una popolazione complessiva di circa nove milioni e mezzo.

La maggior parte degli esuli ha chiesto asilo in Polonia. La Lituania ne ha accolti sessantaduemila. L’Italia circa diecimila.

Le organizzazioni per la difesa dei diritti umani ritengono che attualmente in Bielorussia ci siano millecinquecento prigionieri politici. Di per sé, afferma Sviatlana “È solo un numero, ma dietro ogni numero ci sono le vite delle persone e migliaia di famiglie divise, migliaia di bambini che crescono senza la madre, il padre e talvolta entrambi. Millecinquecento prigionieri politici significano persone che vengono torturate nelle carceri, persone che stanno morendo lentamente”.

I prigionieri politici sono tenuti in completo isolamento. Nessuno può comunicare con loro. Sviatlana, come altri, non ha notizie del marito da oltre un anno. Nessuna chiamata. I parenti dei prigionieri non possono andare a trovarli, anche perché molti rischierebbero l’arresto, non possono telefonare, e il regime non fa trapelare alcuna notizia. Saranno vivi, malati, morti…?

VERTICE NATO

In questi ultimi quattro anni Sviatlana Tsikhanouskaya ha visitato tutti i Paesi del mondo democratico: dagli USA all’Unione Europea, dall’Australia al Canada.

Non poteva mancare il vertice NATO che si è appena concluso (lo scorso anno si svolse a Vilnius). Le abbiamo chiesto un commento. Nonostante la stampa abbia dato poco rilievo alla notizia, nel comunicato ufficiale del summit c’è anche la Bielorussia.

“…Sono lieta che i paesi della NATO abbiano accettato di sostenere l’Ucraina perché i destini della Bielorussia e dell’Ucraina sono intrecciati. Stiamo appena iniziando la nostra cooperazione con l’Alleanza e vogliamo che la Bielorussia sia vista non solo come una minaccia, ma anche come un possibile partner…”

“Durante il vertice ho avuto l’opportunità di incontrare ministri, funzionari ed esperti di diversi paesi. Abbiamo discusso principalmente di come aiutare l’Ucraina, di come rendere efficaci le sanzioni contro Lukashenko e di come sostenere il movimento democratico in Bielorussia. Abbiamo parlato anche di come contrastare la propaganda, sia quella russa sia quella di Lukashenko”.

Tsikhanouskaya, nella nostra intervista, ribadisce l’importanza di una Bielorussia democratica e indipendente per la stabilità dell’intera Europa.

“…Se in Ucraina Putin combatte con missili e carri armati e prosegue una guerra orribile, in Bielorussia c’è un’occupazione strisciante. In Bielorussia, il Cremlino sta distruggendo l’identità nazionale, legando l’economia bielorussa alla Russia e facendo di tutto per consolidare il proprio controllo sul Paese”.

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Intervista a Sviatlana Tsikhanouskaya
Bielorussia sta lottando, Intervista a Sviatlana Tsikhanouskaya
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