Dopo lo scoppio della guerra su vasta scala scatenata dalla Federazione Russa contro l’Ucraina, la NATO ha ripensato le proprie strategie sul fronte dell’Europa Orientale. Ma cosa sta accadendo in particolar modo in Lituania? È realmente possibile un attacco contro i Paesi Baltici? Come si sta organizzando l’Alleanza Atlantica?

Abbiamo intervistato il colonnello Peter Nielsen, che è a capo della NATO Force Integration Unit (NFIU).

GUARDA IL VIDEO

Intervista a Peter Nielsen, Comandante NFIU Lituania

Che cosa è la NFIU

NATO Force Integration Unit Lituania è stata creata nel 2015. Non è un caso che la sua nascita sia avvenuta l’anno successivo all’invasione della Crimea da parte della Russia.

Ne esistono sei, di cui appunto una in Lituania. Ognuna rientra nella NFS, sigla che sta per NATO Force Structure, che risponde direttamente al Comando Supremo dell’Alleanza in Europa (SACEUR).

Tra i principali compiti della NFIU: facilitare il dispiegamento delle forze alleate sul territorio e mantenere al massimo livello l’efficienza e la reattività delle truppe in modo da essere in grado di affrontare qualsiasi crisi. Nonché coordinare e fornire assistenza alla formazione e alle esercitazioni multinazionali.

Oltre al Paese ospitante fanno parte dell’unità tredici nazioni, tra cui l’Italia.

Nuova strategia NATO

Se prima della guerra su vasta scala l’Alleanza basava le proprie strategie contando solamente su piccole unità militari presenti sul territorio, con il summit di Madrid la NATO ha cambiato totalmente la propria filosofia, puntando ad avere un dispiegamento di truppe elevato ai propri confini in grado di reagire prontamente a un eventuale attacco da parte della Federazione Russa. In pratica, dalla semplice strategia di basso profilo si è passati a una logica di deterrenza e forza di difesa in grado di combattere immediatamente se attaccati.

“…La Russia ha invaso l’Ucraina e i nuovi compiti della NATO sono legati a rendere più efficienti le forze di pronto intervento in Lituania andando oltre la strategia cosiddetta “tripwire”. Questo è il compito su cui stiamo lavorando. Ci sono anche rinforzi di truppe in arrivo in Lituania. È una sostanziale differenza rispetto a prima” ha affermato Nielsen.

La NATO in Lituania

Attualmente nel Paese Baltico sono presenti diversi reparti multinazionali. Per quanto riguarda la difesa aerea, la sorveglianza dei cieli è affidata ogni quattro mesi a due nazioni di stanza alla base aerea di Šiauliai. Il loro compito è controllare i confini NATO e intercettare eventuali aerei russi che si avvicinano troppo ai confini oppure non osservano le procedure internazionali relative ai voli militari.

In due basi, quella di Rukla e Pabradė, stazionano invece le truppe. A Rukla c’è lo eFP Battle Group (Enhanced Force Presence) che coinvolge sei nazioni e il cui comando è affidato alla Germania. A Pabradė, invece, ci sono i soldati statunitensi.

L’anno scorso la Lituania ha siglato un accordo ulteriore con la Germania che prevede l’arrivo di una intera brigata tedesca che stazionerà permanentemente nel paese Baltico. Si tratta di un consistente numero di uomini, circa cinquemila, e mezzi. I primi soldati sono arrivati lunedì 8 aprile. Un piccolo gruppo per il momento, ventuno persone, che avranno il compito di preparare l’arrivo della Brigata. L’obiettivo è che ciò avvenga tra il 2025 e il 2026, per essere pienamente operativi dal 2027. Non ci saranno solo soldati. Alcuni di loro arriveranno in Lituania con la famiglia. A questo proposito il colonnello ha affermato: “…È la massima deterrenza che la NATO può mostrare. Mettiamo una grande unità, 5-6mila soldati, di un altro Paese a difesa di un Paese alleato. Assistiamo le famiglie, dispieghiamo i soldati per tre anni, li integriamo nel Paese… Mostriamo alla Russia che facciamo sul serio”.

I vent’anni della Lituania nella NATO 2004-2024

La guerra ibrida

La Lituania, data la sua posizione geografica, con l’exclave russa di Kaliningrad, il corridoio Suwalki, e la Bielorussia a sud, sud-est è in una posizione strategicamente molto complessa. Nielsen è fermamente convinto che quanto sta facendo la NATO attualmente sia la strada giusta per contrastare un eventuale attacco russo.

“…Dobbiamo investire di più nella difesa in tutti i sensi e so che diverse nazioni ne stanno parlando. Ogni cittadino ha bisogno anche di avere dell’equipaggiamento che gli permetta di prendersi cura di sè nei primi giorni. Ad esempio, se rimane senza elettricità. Ritengo che questo sia molto rilevante.

Più rendiamo i nostri paesi “indigesti”, più prepariamo l’intera società ad agire contro un’invasione russa, minore sarà il pericolo da affrontare”.

Attacchi cyber e nell’informazione sono all’ordine del giorno. E già oggi l’Europa sta di fatto combattendo seppure in quella che il colonnello definisce “zona grigia”. Ma si può limitare lo scontro a questi livelli.

“…Se le nazioni appartenenti alla NATO manterranno davvero ciò che promettono di fare, non penso che la situazione peggiorerà… Ciò che stiamo facendo attualmente, impedirà sicuramente un confronto diretto con la Russia in quest’area”.

Nell’intervista il colonnello parla anche di come reagire a eventuali missili russi che si avvicinano o cadono in territorio NATO, cosa già avvenuta nel corso degli attacchi russi contro l’Ucraina; e della recente proposta di affidare il Formato Ramstein per il sostegno all’Ucraina, attualmente a guida statunitense, alla NATO.

Un modo, a nostro parere, per evitare che il sostegno all’Ucraina sia soggetto ai cambiamenti e alle turbolenze politiche dei singoli paesi. Il 2024, non dimentichiamo, è l’anno delle elezioni negli USA e non si sa se e come potrebbe cambiare la politica e l’atteggiamento americano verso l’Europa e verso la Russia.

Le ultime parole di Nielsen sono di incoraggiamento, soprattutto verso l’Ucraina: “…i Paesi europei stanno intensificando e fornendo le risorse necessarie, individuando ulteriori risorse per la difesa e stanno anche sostenendo la guerra in Ucraina. Possiamo essere sicuri che l’Ucraina vincerà questa battaglia”.

WATCH THE VIDEO

Intervista a Peter Nielsen Comandante NFIU Lituania
NATO sul fronte Orientale. Intervista al comandante NFIU Lituania

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *